Nel suo lavoro con i pazienti utilizza diversi strumenti che si modulano in modo specifico su ciascuno dei caso che affronto. Innanzitutto il colloquio clinico per stabilire gli obiettivi terapeutici a seconda del disturbo che le persone sentono di vivere. Successivamente la psicologa costruisce il percorso e stabilisce le tecniche adeguate: la scrittura della propria autobiografia, il genogramma, la linea del tempo, e , in alcuni casi, l’EMDR (Eye Movement Desentitization and Reprocessing).
La cornice di riferimento teorico è quella dell’*approccio sistemico* la cui essenza consiste nel “leggere” gli eventi e le dinamiche relazionali nell’ottica della complessità e della interdipendenza degli elementi che caratterizzano una situazione. Il processo terapeutico segue anche altri riferimenti teorici come la teoria dell’attaccamento, alcuni spunti del cognitivismo post razionalità di Vittorio Guidano e il modello dell’elaborazione adattiva dell’informazione (A.I.P) su cui fonda il metodo EMDR.
Vengono presi in considerazione: la storia di vita dell’individuo , il tipo di attaccamento con le figure di riferimento primarie, i copioni familiari appresi e i conseguenti stili affettivi e relazionali.

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